Come destinare asset di varia natura a fondi gestiti dal terzo settore, dedicati a specifiche classi di operazioni ad impatto sociale
I Donor adviser found (DAF), sono fondi filantropici amministrati da un gestore non profit, di solito una fondazione o nuova soluzione per l’attività, creata per gestire donazioni per conto di organizzazioni pubbliche o private, famiglie o singoli donatori. I DAF sono un veicolo filantropico di recente adozione in Italia, ma ben sperimentato nel mondo anglosassone che da tempo ne ha sperimentato i numerosi vantaggi, tra cui agevolazioni fiscali, efficacia del monitoraggio delle attività, risparmi sui costi, semplicità di gestione.
Nati negli anni ’30, negli Stati Uniti [1], dove oggi rappresentano oltre il 3% di tutte le donazioni, lo strumento si è sviluppato a livello globale, creando casi di eccellenza quali la National Philanthropic Trust (NPT) nata nel 1996, che ha raccolto oltre 40,5 miliardi di dollari in contributi di beneficenza e attualmente gestisce 22,2 miliardi di asset. Hanno concesso quasi 541.000 sovvenzioni, per un totale di oltre 21 miliardi di dollari ad enti di beneficenza in tutto il mondo.
I DAF sono stati adottati anche nel Regno Unito catalizzando oltre 1,32 miliardi di sterline; in Francia dove la Fondation de France gestisce circa 800 DAF; e si stanno estendendo in tutte le principali fondazioni europee diventando il veicolo filantropico in più rapida crescita nel mondo.
In Italia nel 2011 è nata la Fondazione Donor Italia ETS, un’organizzazione che supporta donatori privati, aziende e organizzazioni non profit nella gestione di fondi di donazioni sia in Italia che all’estero.
Come funzionano i Donor adviser fund
Un DAF può raccogliere denaro liquido, titoli di credito, ma anche beni, immobili o azioni, canalizzando gli asset in una sezione del fondo dedicata a specifiche operazioni.
Una volta creato il fondo, viene poi costituito un regolamento a cui vengono demandate le regole per l’impiego delle donazioni, le strategie da attuare, quali progetti sostenere e le tempistiche di erogazione delle donazioni. All’organizzazione spetta il compito di gestire il fondo dal punto di vista logistico e amministrativo facilitando dunque il lavoro del donatore che viene sollevato dagli aspetti amministrativi, come invece accade nelle fondazioni private.
L’organizzazione non profit che crea il DAF, è in fine tenuta a garantire che le donazioni vengano erogate solo a enti di beneficenza.
Oltre ad essere più semplici da gestire dal punto di vista amministrativo i DAF offrono anche vantaggi fiscali.
Poiché le organizzazioni che si occupano di gestire i DAF sono enti di beneficenza pubblici, le donazioni vengono considerate come contributi di beneficenza deducibili. L’importo di dette detrazioni dipende da diversi fattori tra cui la tipologia di donazione che viene erogata. Erogando una donazione in denaro, si può beneficiare di detrazioni fiscali fino al 60% del proprio reddito lordo.
Donando azioni apprezzate, detenute per più di un anno direttamente a un DAF, anziché liquidarle e poi donare i proventi, i filantropi possono ridurre l’impatto fiscale evitando l’imposta sulle plusvalenze, e riducendo la loro imposta sul reddito marginale.
Donando beni, si possono ottenere detrazioni fiscali pari all’intero valore equo del bene donato, all’interno del mercato; e nonostante l’aumento del saldo DAF, non si viene tassati su alcuna crescita.
I DAF sono inoltre meno costosi rispetto alle fondazioni private, soggette a regolamenti fiscali più severi.
Non è un mistero il perché della sempre crescente diffusione dei Donor adviser found:
- Sono rapidi e facili da aprire
- Risultano estremamente più semplici da gestire per chi decide di donare
- Presentano maggiori vantaggi fiscali
FONTI:
Daf, lo strumento ideale per una filantropia più flessibile | WeWealth (we-wealth.com)
What is a Donor-Advised Fund? | NPTrust
FONDAZIONE DONOR ITALIA – Fondazione Italia SocialeTax Advantages for Donor-Advised Funds | NPTrust
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