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Gli indici di monitoraggio dello stato di salute aziendale da semplice output quantitativo a complessi strumenti di controllo della continuità aziendale.


Con l’approvazione del bilancio 2022 è richiesta la formale esplicitazione nella relazione di gestione dell’adozione o meno delle procedure previste dall’art. 2086 c.c. [1] e dell’art. 3, D. Lgs 14/2019, CCII.

L’art. 2086 c.c. prescrive, in capo all’imprenditore, l’obbligo di istituire e monitorarne il corretto funzionamento, e l’efficacia nel tempo, di un assetto organizzativo, amministrativo e contabile adeguato alla natura ed alle dimensioni dell’impresa.

Il set di provvedimenti da adottare, sinteticamente definiti adeguati assetti organizzativi, ha come finalità ultima quella di far emergere in modo anticipato gli indizi di una possibile crisi e intercettare i fattori che possono arrecare pregiudizio alla continuità aziendale [2].

Secondo quanto indicato nella norma in vigore dal 15 luglio 2022, i provvedimenti sono idonei se gli output generati consentono di:

a) rilevare eventuali squilibri di carattere patrimoniale o economico-finanziario, rapportati alle specifiche caratteristiche dell’impresa e dell’attività imprenditoriale svolta dal debitore;

b) verificare la sostenibilità dei debiti e le prospettive di continuità aziendale almeno per i dodici mesi successivi e rilevare i segnali di crisi;

c) ricavare le informazioni necessarie a utilizzare la lista di controllo particolareggiata e a effettuare il test pratico per la verifica della ragionevole perseguibilità del risanamento […].

Costituiscono segnali predittivi di una situazione di crisi:

a) l’esistenza di debiti per retribuzioni scaduti da almeno trenta giorni pari a oltre la metà dell’ammontare complessivo mensile delle retribuzioni;

b) l’esistenza di debiti verso fornitori scaduti da almeno novanta giorni di ammontare superiore a quello dei debiti non scaduti;

c) l’esistenza di esposizioni nei confronti delle banche e degli altri intermediari finanziari che siano scadute da più di sessanta giorni o che abbiano superato da almeno sessanta giorni il limite degli affidamenti ottenuti in qualunque forma purché rappresentino complessivamente almeno il cinque per cento del totale delle esposizioni;

d) l’esistenza di una o più delle esposizioni debitorie previste dall’articolo 25-novies, comma 1 [3].

Il dettato normativo indica, al contempo, specifici parametri quantitativi determinabili mediante l’elaborazione periodica di indici non complessi ed un meno dettagliato obbligo di mettere a punto, ed adottare, sia appropriati indici predittivi di crisi aziendale sia un sistema di monitoraggio continuo della continuità aziendale.

Assolto agevolmente il vincolo della rilevazione mensile della situazione finanziaria secondo i valori suddetti ed aggiornato il test pratico, gli amministratori ed i sindaci devono inoltre costruire un sistema di rilevazione, analisi e sviluppo prospettico di dati ed informazioni idoneo a far emergere l’insorgere di una condizione di crisi latente.

Il legislatore, consapevole della complessità degli obblighi, precisa che l’introduzione degli adeguati presidi organizzativi dev’essere adottata tenendo conto delle “specifiche caratteristiche dell’impresa e dell’attività imprenditoriale svolta dal debitore” facendo dedurre che i modelli di calcolo preimpostati ed i software dedicati alla restituzione dei parametri chiave svolgono un’utile funzione di supporto, ma gli obblighi di sorveglianza richiedono valutazioni di altra portata.

Inquadramento del contesto, perimetro di analisi e KPI

Tener conto delle caratteristiche dell’impresa significa svolgere una preventiva analisi di contesto, propedeutica alla mappatura delle aree da attenzionare e la determinazione dei KPI specifici da sottoporre a monitoraggio periodico.

Per tracciare il perimetro all’interno del quale svolgere le attività di monitoraggio, amministratori e sindaci, devono tarare gli sforzi in modo appropriato, ovvero comprendere in fondo le peculiarità e le caratteristiche dell’impresa in questione.

Ciò al fine di adottare il corretto mix di strumenti e dare la giusta enfasi ad aspetti pertinenti con la storia dell’impresa, lo standing degli imprenditori, le competenze del management e delle risorse umane, evitando di adottare un rischioso approccio meccanico che risulterebbe inutilmente minuzioso in alcuni casi e pericolosamente superficiale in altri.

A titolo esemplificativo, si propongono alcune delle informazioni da raccogliere per la costruzione del modello, la definizione delle procedure di rilevazione e la determinazione dei KPI:

  • Governance, configurazione familiare, manageriale, ibrida, appartenenza a gruppi, solidità patrimoniale della proprietà.   
  • Modello organizzativo, presenza di competenze risalenti, stabilità degli organi amministrativi.
  • Dimensioni aziendali assolute e relative rispetto al mercato di riferimento, rispetto ai competitor.
  • Caratteristiche del business, andamento storico, congiunturale e prospettico della domanda.
  • Coerenza dei risultati e rispondenza delle previsioni rispetto ai piani industriali precedenti ed alla fase del ciclo di vita.
  • Quota di mercato, presenza di vantaggi competitivi difendibili e durevoli.
  • Presenza di procedure di rilevazione contabile ed extracontabile, livello di dettaglio ed attendibilità delle informazioni impiegate per le rilevazioni.  
  • Composizione aggregata delle fonti e degli impieghi.
  • Caratteristiche della filiera, concentrazione e granularità dei crediti e dei debiti commerciali, solvibilità dei clienti e solidità dei fornitori.
  • Struttura del debito, incidenza di finanziamenti bancari, sistema di garanzie esterne pubbliche o rilasciate da terzi.

Tali indicazioni, suffragate da una diagnosi preventiva e dalle valutazioni richieste caso per caso, consentono di formulare un quadro idoneo a definire gli specifici KPI predittivi dello stato di crisi e mappare le aree di rischio della continuità aziendale.  

La probabilità di default come indicatore sintetico di monitoraggio  

Creare le condizioni affinché il flusso informativo aziendale restituisca parametri aggiornati sull’andamento economico e finanziario non completi, tuttavia, gli obblighi posti dalla norma in capo ad amministratori e sindaci, i quali devono adottare gli strumenti più idonei affinché i creditori sociali non subiscano perdite evitabili inquanto prevedibili.

Se si escludono i casi nei quali le informazioni vengono volutamente alterate per occultare situazioni finanziarie e patrimoniali a danno dei creditori ovvero per fornire un quadro ingannevole della continuità aziendale, per determinare la capacità delle aziende di far fronte alle obbligazioni correnti, è possibile utilizzare come indicatore sintetico l’analisi del rischio di credito il rating e la probabilità di default (PD).

Senza scendere nei dettagli della metodologia di calcolo del rating [4] ciò che si intende proporre è l’adozione di procedure di misurazione del rischio basate su banche dati adeguatamente popolate. I nuovi modelli di valutazione e l’esperienza stratificatasi presso operatori specializzati, consente di confrontare il caso rappresentato da ciascuna azienda con gruppi omogenei ed impiegando parametri costantemente aggiornati.

Il modello di monitoraggio degli adeguati assetti organizzativi e l’introduzione di metriche basate sulle peculiarità aziendali ed il contesto di riferimento, può beneficiare del calcolo periodico del rating e della probabilità di default eseguito con modelli certificati ESMA.

Il procedimento, in sintesi, potrebbe essere il seguente:

  • Identificazione del perimetro di analisi e contestualizzazione delle aree da monitorare.
  • Creazione di un modello di calcolo che sviluppi le previsioni sulla base di dati di base coerenti ed aggiornati con cadenza mensile.
  • Acquisizione mensile della centrale dei rischi per le aziende che beneficiano di finanziamenti bancari e/o rilascino garanzie e dei dati relativi al portafoglio clienti e fornitori, laddove la concentrazione dei crediti e/o debiti rilevi ai fini della continuità aziendale.
  • Aggiornamento progressivo dell’andamento economico finanziario sulla base delle previsioni attese.
  • Popolamento di una piattaforma certificata per il calcolo del rating e rilevazione dell’andamento della probabilità di default.  

[1] Art. 2086 cc. “[…]. L’imprenditore, che operi in forma societaria o collettiva, ha il dovere di istituire un assetto organizzativo, amministrativo e contabile adeguato alla natura e alle dimensioni dell’impresa, anche in funzione della rilevazione tempestiva della crisi dell’impresa e della perdita della continuità aziendale, nonché di attivarsi senza indugio per l’adozione e l’attuazione di uno degli strumenti previsti dall’ordinamento per il superamento della crisi e il recupero della continuità aziendale”.

[2] Principio Contabile OIC 11

[3] Art. 25-novies (Segnalazioni dei creditori pubblici qualificati).

[4] Mattia Ciprian – APPROCCIO MULTIDIMENSIONALE PER L’ANALISI DEL RISCHIO DI CREDITO | OpenstarTs (units.it)

Cover CORAL REEFS AT RISK

by Alisa Singer – www.environmentalgraphiti.org – © 2018

What’s Alarming

According to the report – Status of Coral Reefs of the World: 2020 – Global Coral Reef Monitoring Network/International Coral Reef Initiative, Executive Summary:  Global Coral Reef Monitoring Network/International:

“Coral reefs occur in more than 100 countries and territories and whilst they cover only 0.2% of the seafloor, they support at least 25% of marine species and underpin the safety, coastal protection, wellbeing, food and economic security of hundreds of millions of people. The value of goods and services provided by coral reefs is estimated at US$2.7 trillion per year, including US$36 billion in coral reef tourism. However, coral reefs are among the most vulnerable ecosystems on the planet to anthropogenic pressures, including global threats from climate change and ocean acidification, and local impacts from land-based pollution such as input of nutrients and sediments from agriculture, marine pollution, and overfishing and destructive fishing practices. Maintaining the integrity and resilience of coral reef ecosystems is essential for the wellbeing of tropical coastal communities worldwide, and a critical part of the solution for achieving the Sustainable Development Goals under the 2030 Agenda for Sustainable Development. …

Pasquale Russiello, laureato in Economia e Gestione delle Imprese alla Federico II è Cultore della materia “Corporate Governance all’Università del Sannio” è iscritto all’Ordine dei Dottori Commercialisti di Napoli dal 1997 e Revisore contabile dal 1999. Ha collaborato con Dresdner Bank e Barclays Bank per la creazione e gestione di…


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