Gli NFT da gioco speculativo a strumento di fundraising
Gli NFT come forma di fundraising evoluta per programmi ad impatto
Il fenomeno NFT continua a dilagare, i risultati in termini di diffusione globale e di volumi transati confermano la convinzione sempre più diffusa che si tratti di un’asset class tutta da esplorare.
A rafforzare questa ipotesi, alcune condivisibili opinioni sulla volatilità dei contenuti artistici digitali – Artribune NFT, crypto arte e bolle speculative -, volatilità che costituisce tuttavia il principale fattore attrattivo dei neo investitori in crypto, sia di piccole dimensioni sia strutturati, fino a raggiungere lo status di whale.
La crescita della domanda di NFT appare dunque inarrestabile. Fermo restando le ragioni di tale sviluppo, è possibile adottare un’applicazione laterale al fundraising di programmi ad impatto?
Per verificarlo, abbiamo osservato il fenomeno da tre prospettive: autori, investitori e arranger di operazioni con benefici collettivi.
Per gli autori: gli NFT presentano un decisivo elemento innovativo, inquanto “Garantiscono una remunerazione perpetua all’autore ed ai successivi aventi diritto, a ogni vendita successiva dell’opera.”
Tale aspetto si presenta particolarmente adatto per: le opere native digitale, per progetti narrativi scomponibili in più parti “tokenizzabili”, circostanze che consentono la produzione di repliche mantenendo intatta la certezza di originalità.
Sotto il profilo degli investitori, l’acquisto di NFT può essere visto anche come la “Collateralizzazione di un investimento in criptovalute mediante un asset digitale perpetuo”.
La definizione può apparire poco digeribile in termini pratici, consiste nell’affidare ad un asset sottostante un acquisto di cryptovalute.
Partendo dal presupposto che l’acquisto di NFT richiede la creazione di un “portafoglio di titoli digitali”, concettualmente molto simile ad un portafoglio titoli composti da azioni ad esempio, obbligazioni, ecc.., con l’acquisto di un NFT si impiegano cryptovalute per acquistare un bene unico ed infungibile.
Nel portafoglio dell’investitore in crpto art, ci saranno quindi asset digitali il cui valore può subire importanti oscillazioni, la cui liquidazione avverrà nella valuta con la quale sono stati acquistati.
L’investimento in NFT richiede pertanto la consapevolezza che si tratta di oggetti dotati di una duplice volatilità, tecnicamente non correlata, dovuta all’andamento dell’asset e della valuta nel quale verrà liquidato al momento della exit. Tale apparente complessità aiuta forse a comprendere il perché del successo del fenomeno, presidiato da coloro che sono ormai da tempo avvezzi ad investire in crypto ed hanno individuato negli NFT, a seconda del contenuto digitale sottostante, una modalità di protezione del rischio, ovvero di aumento delle possibilità di rendimento.
La parte del fenomeno che troviamo di maggiore interesse, è tuttavia la terza:
“Gli NFT possono essere di supporto a programmi ad impatto?”
La risposta è sì.
Sebbene gli NFT non siano nati per creare opportunità di raccolta per iniziative ad impatto, abbiamo avviato una sperimentazione finalizzata a verificare il possibile abbinamento tra i contenuti di asset digitali posti in vendita sui principali marketplace digitali e possibili forme di fundraising a favore di operatori impegnati in attività ad impatto.
Approcciare al fenomeno degli NFT dal lato dei vantaggi collettivi, viene vista sia come un’occasione per illustrare ai giovani ed a coloro che hanno già dimestichezza con prodotti generati dalle blockchain, le dinamiche della cryptoart sia una modalità per accrescere la conoscenza dei rischi impliciti in tali forme di investimento.
L’opportunità di approfondire questo argomento è stata inoltre rafforzata da considerazioni emerse nell’ambito di attività finalizzate all’ introduzione di principi ESG in alcune operazioni da proporre ad investitori con un’esplicita vocazione ad impieghi in programmi sostenibili. Per sperimentare questa opzione, è stato adattato il modello Brand Anatomy, individuando nella parte più bassa dell’iceberg, quelli che vengono definiti “vantaggi laterali”.
Tra gli obiettivi della sperimentazione, sono stati selezionati interventi che prevedono il reimpiego di fondi per la rigenerazione urbana, programmi a favore dell’inclusione, del rispetto dell’ambiente ed altre cause cogenti e di interesse collettivo.
Dal test eseguito su diversi possibili programmi che prevedono la creazione di NFT i cui proventi iniziali ed i rendimenti perpetui andranno canalizzati agli autori ed a coloro che si prodigano per effettuare iniziative ad impatto, nascerà il progetto Crypto Park.