Perdite nelle reti di distribuzione idriche: cause e analisi territoriale
L’Organizzazione delle Nazione Unite “ONU” ha istituito la Giornata mondiale dell’acqua celebrata il 22 marzo. L’acqua e i servizi ad essa correlati sono elementi fondamentali per il benessere dei cittadini, la sostenibilità ambientale e la crescita economica, appare perciò necessario esperire monitoraggi regolari e azioni tempestive per sviluppare strategie di gestione della risorsa idrica.
A seguito di un confronto internazionale del volume pro capite di acqua prelevata annualmente per uso potabile nei Paesi dell’Unione Europea, è emerso che l’Italia è il paese con il prelievo maggiore, un valore che è cresciuto costantemente negli ultimi anni. In particolare, le regioni del Nord-ovest e del Sud contribuiscono a più della metà dei prelievi complessivi di acqua per uso potabile. Le fonti di prelievo possono essere acque sotterranee, acque superficiali, acque marine o salmastre; le prime tendono a essere maggiormente utilizzate per il consumo umano in quanto sono generalmente di qualità migliore e non necessitano di trattamenti spinti di potabilizzazione.
I passaggi principali del ciclo dell’acqua potabile sono: il prelievo dall’ambiente, l’eventuale trattamento di potabilizzazione, l’adduzione nei serbatoi di accumulo e la distribuzione in rete fino agli utenti finali.
Le perdite idriche rappresentano uno dei principali problemi per il conseguimento di una gestione sostenibile dei sistemi acquedottistici. La differenza tra acqua immessa in rete e l’acqua fatturata equivale all’ammontare delle perdite che si verificano lungo la catena di distribuzione. Non vi è processo di distribuzione di acqua realizzato senza alcuna perdita lungo il percorso che dai serbatoi giunge agli utenti finali, in quanto le fonti di approvvigionamento d’acqua sono spesso lontane da dove essa è necessaria; ciò richiede il prelievo dell’acqua alla fonte e il trasporto fino al punto di consegna o di utilizzo.
Le statistiche sull’acqua condotte dall’Istat offrono una lettura di questo fenomeno con riferimento al territorio e alla popolazione, fornendo un focus tematico annuale che propone i risultati provenienti da diverse indagini e analisi. In Italia, le perdite idriche totali della rete nazionale di distribuzione dell’acqua potabile sono pari al 42,0%, ovvero ogni 100 litri immessi nel sistema, 42 litri non sono consegnati agli utenti finali.
Le differenze territoriali e infrastrutturali ripropongono una consolidata geografia delle perdite idriche, con le situazioni più critiche concentrate nelle aree del Centro e del Mezzogiorno: dispersioni superiori al 45% si riscontrano nelle città metropolitane di Roma (45,1%), Palermo (45,7%), Reggio Calabria (46,6%), Cagliari (48,4%) e Bari (51,2%). Tuttavia, Milano si colloca tra i capoluoghi più virtuosi d’Italia con una percentuale di perdite di rete pari all’18,7%, ben al di sotto della media nazionale.
Nella maggior parte delle città italiane l’infrastruttura idrica è soggetta a un forte invecchiamento e deterioramento. Da una parte, le dispersioni sono fisiologiche, in quanto sono legate all’estensione della rete, al numero degli allacci, alla loro densità e alla pressione d’esercizio, da un’altra parte, sono derivanti da criticità di vario ordine quali rotture nelle condotte, obsolescenza degli impianti, consumi non autorizzati, prelievi abusivi dalla rete o errori di misura dei contatori.
Tuttavia, la presenza di perdite idriche comporta conseguenze da diversi punti di vista: ambientale, a causa dello spreco della risorsa; finanziario, in quanto l’acqua non fatturata rappresenta un danno economico per il gestore; energetico, tra cui l’aumento dei consumi di energia per le attività di pompaggio; viabilistico, in seguito all’apertura di cantieri temporanei per il risanamento; sociale, in quanto possono essere collegate a possibili danni a cose e persone.
Le perdite idriche della rete di distribuzione si distinguono in:
- perdite totali, ottenute sottraendo i volumi erogati autorizzati ai volumi immessi in rete;
- perdite apparenti, dovute a volumi sottratti senza autorizzazione – come allacciamenti abusivi – e a volumi erogati, ma non effettivamente misurati, a causa dell’imprecisione o del malfunzionamento dei contatori. Si tratta di un volume stimato dal gestore della rete;
- perdite reali, ottenute come differenza tra le perdite totali e quelle apparenti.
Nonostante il miglioramento dell’efficienza dell’infrastruttura idrica costituisca una priorità improrogabile per molti gestori del servizio idrico impegnati a minimizzare le perdite, individuando quelle occulte, garantire un’adeguata misurazione dei consumi ed effettuare un più assiduo monitoraggio dei contatori, le dispersioni continuano a essere persistenti in tutto il territorio nazionale.
Arrivo di ingenti risorse comunitarie per ridurre le perdite e digitalizzare il monitoraggio delle reti di distribuzione dell’acqua
Per contrastare questo fenomeno ed eliminare il gap territoriale tra Nord e Sud per quanto riguarda le perdite idriche, mediante il bando emanato dal Ministero delle Infrastrutture e della Mobilità Sostenibili l’8 novembre 2021, sono state stanziate risorse finanziarie dal programma React-EU, per ridurre le dispersioni di acqua e migliorare la gestione delle risorse idriche al servizio dei cittadini meridionali, in particolare delle regioni Basilicata, Calabria, Campania, Puglia e Sicilia.
Possono presentare richieste di finanziamento gli Enti di Governo d’Ambito che operano nelle regioni meno sviluppate (Basilicata, Calabria, Campania, Puglia e Sicilia) che abbiano affidato il servizio a soggetti legittimati ai sensi dell’art.172 del Dlgs.152/2006. Sono ammessi a finanziamento solamente gli interventi per i quali è previsto il completamento delle attività entro il 31 dicembre 2023. Inoltre, sono considerate spese ammissibili i costi direttamente collegabili alla realizzazione del progetto proposto, le spese tecniche di progettazione, verifica, validazione, direzione dei lavori, coordinamento della sicurezza in fase di progettazione ed esecuzione, collaudo.
In conclusione, la proposta di finanziamento, a pena di esclusione, dovrà rispettare i seguenti requisiti di ammissibilità, generali e specifici:
- localizzazione nei territori delle Regioni meno sviluppate;
- ridurre il “water service divide[i]”, efficientare la gestione della risorsa idrica;
- conformità con la strategia e i contenuti dell’Accordo di Partenariato e del PON Infrastrutture e Reti;
- assenza di duplicazione di finanziamenti provenienti da altri fondi comunitari, nazionali e regionali;
- rispetto dei criteri di demarcazione con altri fondi e con altri POR/PON al fine di evitare eventuali sovrapposizioni;
- dotazione da parte del beneficiario di una struttura gestionale adeguata secondo criteri di qualità nel rispetto degli obblighi normativi;
- comprovato rispetto della normativa vigente in materia ambientale, di appalti pubblici e di aiuti di Stato;
- presentazione di un cronoprogramma di attuazione dettagliato.
FONTI:
Report Istat 2021
Ministro per il Sud e la coesione territoriale
Ministero delle infrastrutture e della mobilità sostenibili
Avviso pubblico di manifestazione di interesse per la formulazione di proposte progettuali nell’ambito dell’asse iv – “Riduzione delle perdite nelle reti di distribuzione dell’acqua, compresa la digitalizzazione e il monitoraggio delle reti”
[i] Indicatore utilizzato per conoscere le differenze tra territori nella gestione delle risorse idriche e delle reti fognarie.